GLASGOW’S OLD FIRM

Un anziano, cattolico e tifoso del Celtic, è a letto, in punto di morte. I parenti gli chiedono se abbia un’ultima richiesta. Lui risponde sì, voglio diventare protestante e tifoso dei Rangers. I parenti non capiscono, chiamano però un ministro protestante. Il ministro converte l’anziano. I parenti gli chiedono perché voglia morire protestante e tifoso dei Rangers. Lui risponde: “Perché così ci sarà un bastardo in meno di cui preoccuparsi!”

Barzelletta tipica dei tifosi del Celtic

Le radici di questa battuta a sfondo religioso/calcistico (c’è poi bisogno di distinguere le due cose?) si trovano in due fatti della storia di Irlanda.

431 d.C. Un monaco nato nella Britannia romana inizia a evangelizzare l’Isola di Smeraldo. Passerà alla storia col nome di San Patrizio e oggi il 17 marzo, giorno della sua morte, gli è dedicato ed è la festa nazionale irlandese.

Facciamo un salto in avanti. Medioevo. Gli inglesi invadono la verde isola d’Irlanda, iniziando una sistematica persecuzione verso chiunque praticasse il cattolicesimo. Persecuzione che è diventata ancora più pesante dopo il 1690, quando l’Inghilterra ha ultimato la conquista d’Irlanda.

Ultimo flashforward: 1845. Un fungo colpisce e devasta le coltivazioni di patate in Irlanda, base dell’alimentazione irlandese. Non meno di 1,25 milioni di irlandesi morirà nella totale indifferenza del governo di Sua Maestà britannica. In migliaia si imbarcano per allontanarsi dall’isola, alla ricerca di un futuro migliore. Alcuni fanno prua verso gli Stati Uniti. Altri vanno verso la Gran Bretagna, dove si recano per lavori stagionali nell’agricoltura. 

Dei migranti irlandesi, molti approdano a Glasgow, fino a diventare il 25% della popolazione. Il loro sogno di benessere finisce negli “slums”, che oggi chiameremmo ghetti di periferia: case fatiscenti, poco cibo e mortalità, soprattutto infantile, elevatissima

Docks di Glasgow, metà XIX secolo

Glasgow, come Londra, è un grosso centro commerciale e industriale. Il porto è il principale porto britannico per i collegamenti con gli Stati Uniti: argani e gru sono sempre attivi, nei Docks, così come a Govan, nei cantieri navali. Chi non trova lavoro al porto, lo trova nelle fabbriche lungo il fiume Clyde. I più “fortunati” passavano infinite ore in fumose e rumorose fabbriche vittoriane, con l’aria resa irrespirabile dal vapore e dalla polvere di carbone. La paga, estremamente misera. I più sfortunati invece finiscono nelle miniere attorno Glasgow: crolli e esplosioni all’ordine del giorno, chi sopravvive abbastanza ha come premio la silicosi.

I glasvegiani, abitanti originali di Glasgow, non vedono di buon occhio l’immigrazione irlandese. Gli irlandesi sono cattolici, gli scozzesi protestanti convinti: gli irlandesi si sentono discriminati, dato che non possono festeggiare il loro santo, Patrizio. I glasvegiani sono tendenzialmente ben istruiti, hanno un tasso di alfabetizzazione tra i più alti d’Europa. Gli immigrati sono ai limiti dell’analfabetismo e fanno parte della base povera e proletaria della città di Glasgow: accusano i protestanti di mettere in atto manovre per impedire loro l’accesso a certi posti di lavoro, meglio remunerati, come ad esempio quelli ai cantieri di Govan. I glasvegiani della working class, dal canto loro, obbiettano che gli irlandesi accettano dei posti di lavoro a condizioni che loro trovano del tutto inaccettabili.

Nel frattempo le due comunità hanno espresso ognuna la sua squadra di calcio. 

Un gruppo di protestanti, fedeli sudditi di Sua Maestà Britannica, canottieri, fonda nel 1872 i Rangers. I colori, neanche a dirlo, sono bianco, rosso e blu: quelli della Union Jack. Il nome viene scelto dai fratelli McNeil, William McBeath e Peter Campbell, sfogliando un almanacco di rugby.

Nel 1887 un prete, Fratello Walfrid, per racimolare fondi per aiutare i poveri del East End di Glasgow decise di creare una squadra di calcio “a scopo benefico”. Tra gli intenti non dichiarati di Fratello Walfrid e del suo assistente, Padre Dorotheus, c’era anche impedire che le più ricche congregazioni protestanti attirassero i loro fedeli, grazie alle loro ricche mense, spingendoli all’apostasia. Colori? Bianco e verde, i colori della terra d’Irlanda.

Per il primo derby coi Rangers bisogna aspettare il 28 maggio 1888. Netta affermazione dei bianco verdi, 5-2.

Inizialmente la presenza delle due squadre non sconvolge granché la vita di Glasgow. 

Ma col passare del tempo i conflitti religioso, sociale e identitario collassano sempre più nelle due squadre che gradualmente diventano simbolo delle due comunità: diverrà noto come l’Old Firm, il vecchio affare.

Coreografia dei tifosi del Celtic, che ricorda i grandi Bhoys del passato

I giocatori del Celtic, ad esempio, i Bhoys incarnano la rivendicazione sociale di una minoranza, che ancora si sente discriminata e emarginata. Rivendicazione sociale in chiave socialista e separatista, per una comunità che non ha dimenticato le discriminazioni, secondo i cattolici ancora in atto, nei cantieri di Govan a metà 1800. La stessa comunità che non ha dimenticato le persecuzioni religiose patite in Irlanda per secoli per mano degli inglesi e quelle patite per mano degli scozzesi a metà del 1800, all’arrivo a Glasgow. Che soffre, per ammissione degli stessi tifosi biancoverdi di una certa forma di sindrome da vittimismo. Ma è anche fieramente schierata per la separazione dell’Irlanda del Nord dal Regno Unito e la sua unione con la Repubblica d’Irlanda. Tanto è vero che, con il passare degli anni, si sono sentiti sempre più canzoni dell’IRA, l’Irish Republican Army, sugli spalti del Paradise, il nomignolo affibbiato dai tifosi biancoverdi al Celtic Park.

Così come dall’altra parte, i tifosi dei Rangers, nel loro inno, inneggiano ai Billy Boys, gang protestante che terrorizzava i cattolici negli anni ’20 e ’30. Alcuni dei membri dei Billy Boys erano anche legati al partito fascista britannico, come Billy Fullerton, dopo la cui morte Billy Boys, canzone ispirata alla gang, diventa l’inno della tifoseria dei Gers.

I Billy Boys erano una gang nota tra gli anni ’20 e ’30 del XX secolo, resa famosa dalla serie Peaky Blinders

Per questo oggi la tifoseria dei Celtic è tendenzialmente di sinistra, si vedono sugli spalti del Celtic Park bandiere irlandesi con Che Guevara o inneggianti alla IRA, mentre quella dei Rangers è di destra, espone solo e rigorosamente Union Jack ed è in parte vicina alla English Defence League, un gruppo di estrema destra, unionista e anti islamico.

Inoltre se il Celtic ha sempre accettato anche giocatori protestanti tra le sue fila (anche Jock Stein, il manager che porterà ai biancoverdi la Coppa Campioni 1967, era un protestante), la politica dei Rangers è stata fino al 1989 “nessun cattolico giocherà mai per i Rangers”. È stato l’acquisto di Mo Jonsthon, dal Nates a porre termine a questa politica e portare un giocatore cattolico sulla sponda bianco rossa e blu di Glasgow. Oltretutto, Jonsthon, era un ex degli odiati rivali Celtic.

Gli scontri tra le due tifoserie sono una conseguenza logica delle divisioni interne a Glasgow. Anche i quartieri sono stati divisi a lungo, come una partita a risiko tra verdi e blu. I quartieri del West End, tendenzialmente più borghesi, in mano ai Rangers. I quartieri del East End, più proletari in mano ai tifosi del Celtic. Negli anni ’70, contemporaneamente ai troubles in Irlanda del Nord e all’esplosione del movimento hooligans gli scontri in occasione dell’Old Firm, il vecchio affare, il derby di Glasgow, sono durissimi: i feriti si registrano ad ogni incontro tra le due squadre. Anche perché le partite sono tese, dato che spesso ci si gioca il campionato.

Griffiths, attaccante del Celtic, si pulisce il naso sulla bandierina del corner di Ibrox Park, stadio dei Rangers: una delle tante provocazioni dell’Old Firm

La fine del movimento hooligan non ha allentato la tensione, visto che tra gli anni ’90 e metà anni 2000 si sono registrati almeno 8 morti legati all’Old Firm. Il governo scozzese ha provato anche a bandire tutte le espressioni che richiamassero le divisioni tra le due componenti della città, con divieto di accesso alle partite fino a 5 anni per chi si rendesse protagonista anche solo di sfottò a sfondo settario. Sfottò che spesso sono anche molto forti: ad esempio i tifosi dei Rangers accusano i biancoverdi di essere conniventi con gli episodi di pedofilia registrati nella Chiesa cattolica a partire dagli anni ’70!

Nel 2006 invece, è stato Artur Boruc, portiere polacco, e cattolico, dei Bhoys, finire al centro delle polemiche. Per festeggiare un salvataggio, ha fatto il segno della croce rivolto verso la curva dei Rangers, prima di baciare il palo che lo ha salvato. Dopo essere stato protetto dalla polizia all’uscita dello stadio, è stato anche messo sotto indagine dalla polizia. Altra esultanza che creò parecchia tensione fu quella di Paul “Gazza” Gascoigne, dopo un gol ai rivali biancoverdi: esultò mimando un flauto, come a sfottere i folletti irlandesi avversari. 

Nelle provocazioni legate all’Old Firm, non poteva certo mancare Paul “Gazza” Gascoigne

Nel 2012 i Rangers hanno dovuto affrontare un sanguinoso fallimento per debiti, accolto dai tifosi avversari con l’espressione “gelatina e gelato quando muoiono i Rangers”. Ripartiti dalla terza divisione, sono tornati nella Premier League scozzese. E l’Old Firm ha ricominciato la sua tradizione: da pochi giorni si sono laureati, per la prima volta dal fallimento, campioni di Scozia, per la cinquantacinquesima volta. Ovviamente hanno sfruttato l’accaduto per irridere i biancoverdi. 

L’Old Firm nel fine settimana scriverà l’ennesimo capitolo. Chi ne uscirà vincitore?

Per cercare di migliorare i loro introiti, le due squadre hanno più volte espresso il loro interesse ad aggregarsi alla Premier League inglese. Ad oggi le squadre inglesi hanno gentilmente declinato l’ipotesi, ma iniziano a prenderla seriamente in considerazione, dato che l’Old Firm attira troppo interesse, non solo a Glasgow. E si sa, assieme all’interesse, che significa pubblico, arrivano i soldi. E la English Premier League è molto interessata ai soldi.

Statene pur certi, se anche le due squadre dovessero migrare nella Premier inglese, lo farebbero assieme, perché se anche si odiano, i Rangers hanno bisogno del Celtic, e il Celtic ha bisogno dei Rangers!

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